Ecco quello di cui non avevamo bisogno: fare una classifica della dignità della vita umana.
Sei un disabile ai tempi del coronavirus? Per te niente respiratore.
Sei un anziano? Forse te lo diamo.
Sei un anziano malato? No, per te nessuna chanche…
Purtroppo nei momenti di difficoltà si vede quello che siamo.
Un mio amico diceva: se spremi un limone esce fuori succo di limone.
Se spremi un arancio esce fuori succo di arancio.
Se spremi un uomo, se lo metti sotto pressione, se deve prendere una decisione in tempo di crisi cosa tira fuori?
Ecco. Quando il gioco si fa duro, la maggior parte delle volte, l’uomo tira fuori il peggio di sè. Come questa volta.
Non ci sono vite di serie A e vite di serie B.
Ogni persona umana è degna.
Non è umano scegliere chi salvare.
Non è umano usare i respiratori per selezionare la specie.
Un Paese di cui vantarsi mette gli ultimi al primo posto. Non possiamo tornare indietro. Il tanto decantato “progresso” non può regredire in questo modo.
Forse è vero: il mondo non sarà più lo stesso.
Ma noi credevamo si andasse verso il meglio non verso il peggio…
Ps: la fonte è Elena Molinari corrispondente dagli USA di Avvenire
Qui il link https://bit.ly/2JgbI6T