E mentre le nostra vite procedono nella complessità di questo tempo.
Mentre i nonni dovrebbero vaccinarsi e non riescono a farlo.
Mentre i giovani iniziano a progettare la loro fuga all’estero per provare – almeno – a realizzare i loro sogni.
Mentre il mondo corre e cresce ad una velocità molto più alta della nostra…
Ancora non abbiamo un Governo. Ancora stiamo facendo i balletti.
Programma si, programma no.
Fico si, Fico no.
Rimpasto si, rimpasto no.
Conte ter si, Conte ter no.
Draghi si, Draghi no…
Siamo tutti un po’ stanchi. Della pandemia e di questo atteggiamento immaturo.
Una crisi di governo in tempo di crisi si dovrebbe risolvere in ventiquattro ore in un Paese serio. Sono passati otto giorni e gli italiani si stanno chiedendo il perché di tutto questo tempo. E ogni giorno che passa pensano sempre un po’ di più che la politica sia inutile. E questo non è mai un bene, perché apre spiragli di indignazione.
In un suo libro, per me uno dei più belli, Alessandro Baricco usa questa frase che mi sembra molto poetica, calzante e preoccupante…
“Ogni tanto mi chiedo cosa mai stiamo aspettando.
Silenzio.
Che sia troppo tardi, madame”.