Gerusalemme, molto tempo fa…
Era tradizione che ad ogni festa il governatore romano rimettesse in libertà per la folla un carcerato. In quel momento c’erano due uomini, molto diversi tra loro: Gesù e Barabba. Pilato chiese alla folla accorsa chi di loro dovesse essere liberato.
Da una parte un combattente, un lottatore. Un malfattore, ma solo per i romani, di fatto un eroe per il popolo ebraico: sì, avrà ucciso anche qualche persona, ma l’ha fatto per tentare di liberare il popolo dalle oggettive sofferenze e prepotenze in cui i dominatori romani lo sottoponevano in continuazione. Un uomo che quando c’era da lottare per qualcosa di giusto non si è mai tirato indietro. L’ha fatto rischiando in prima persona, mettendoci la faccia, senza nascondersi. Un leader vero, non un brigante di bassa lega, ma come dice Papa Benedetto XVI nel suo libro Gesù di Nazareth, un “combattente della resistenza” in altre parole “una figura messianica”. Uno che dice e fa cose giuste e che dá la vita per combattere le ingiustizie perché il male esiste e non possiamo tacere.
Dall’altra un chiacchierone che ha promesso cose che, ancora, non si sono mai avverate. Il Regno di Dio non di questo mondo, il porgere l’altra guancia, il dare la vita per gli altri, addirittura la lavanda dei piedi per far capire che i capi delle nazioni ragionano in un modo, ma noi… noi ragioniamo diversamente…
Un figlio di un falegname ignorante, circondato da pescatori ignoranti, nato da una donna chiacchierata…
Non solo: un leader perdente. Abbandonato da tutti gli amici, tradito da Giuda e dal più importante dei suoi apostoli. Sanguinante e preso in giro con una corona di spine dai suoi flagellatori perché si professava re… crocifisso e morto come un brigante. Un innocente che non ha saputo far valere le sue ragioni.
Diciamocelo: non c’è partita.
Da una parte gli zeloti, la resistenza, un leader con le idee chiare, una scelta netta e senza ambiguità contro il male.
Dall’altra qualche pescatore ignorante e confuso, qualche giovinastro, un ex esattore delle tasse, qualche donna con il passato peccaminoso e un leader che ne aveva promesse tante, ma che alla fine è stato catturato, flagellato e crocifisso.
Questa domanda è la domanda che mi pongo ogni giorno da qualche anno a questa parte. E io? Io chi avrei scelto? Quale nome avrei gridato? Quale nome grido ogni santo giorno? Dove pongo la mia fiducia?
La tentazione zelota è sempre presente.
In qualche situazione, lo dico chiaramente, ho gridato forte e chiaro “Barabba” senza nemmeno pensarci…
Ma poi il ricordo di quel terzo giorno…