PRO O CONTRO? IL TIFO LASCIAMOLO AL CALCIO…
Mi sono sempre trovato stretto negli schemi, soprattutto quando ormai rappresentano categorie logore.
Sensazione di camicia asfissiante quando devi chiudere quell’ultimo bottone perchè non puoi non mettere la cravatta, che se ci pensi ti viene anche un po’ da vomitare.
Ecco, questo sono per me destra/sinistra, conservatore/progressista…
Forse perchè sin da bambino sono tifoso della Roma con un padre laziale che gioiva delle mie gioie e che mi ha educato al rispetto della gioia altrui.
Non ho mai tifato contro. Non mi riesce proprio. È più forte di me.
E quando ho gioito con mio padre per le (poche) vittorie della Lazio pur essendo romanista, alcuni amici mi hanno chiamato laziale, come se fosse destabilizzante non riuscire a mettermi in uno schema.
Altri mi hanno detto che ero incoerente. Come se la coerenza fosse una virtù cristiana…
Andatelo a dire a San Paolo o a San Francesco che se fossero stati coerenti con le premesse che avevano ne avrebbero fatti pochi di danni!
Per questo mi sembra anacronistico applicare queste categorie al cristianesimo, cosa che oggi va tanto di moda.
Qualche anno fa andava di moda il pro o contro Ratzinger, adesso lo sport dell’anno è il pro o contro Bergoglio, come se si possa tifare per un Papa piuttosto che un altro.
Il Papa è il Papa, mica parliamo del ct della Nazionale di calcio!
E quella cosa dello Spirito Santo che lo sceglie o è vera sempre o è falsa sempre.
Ho amato alla follia San Giovanni Paolo II, ho fatto mie tutte le intuizioni sui principi non negoziabili di Benedetto XVI che sono diventati la mia spina dorsale e sono stato malissimo quando si è dimesso.
Ero scettico e preoccupato quando è stato eletto Papa Francesco, ma ho iniziato ad apprezzarlo ogni giorno che passa e adesso ne sono entusiasta.
Sarò puerile, ma io ho fiducia nella Chiesa.
E la fiducia non va a fasi alterne.
È come la fede, un dono.
Amici carissimi, le tifoserie, in ogni campo, dalla politica al calcio condizionano la lettura della realtà.
E mai come oggi abbiamo bisogno di gente capace di leggere le situazioni rompendo schemi ormai datati.