Al di là dell’essere o non essere credenti, fa bene avere dei propositi concreti con cui misurarsi ogni giorno. Chi mi conosce sa che dal 20 marzo del 2002 ho deciso di mettere i sandali (li tolgo solo per correre o per giocare a pallone) per ricordarmi di lavorare ogni giorno per la pace a Gerusalemme. Un fioretto speciale, faticoso e bello al tempo stesso. So bene che in molti mi prendono in giro, li vedo gli occhi e le risatine delle persone che mi prendono per matto… ma vi assicuro che è veramente edificante insistere nonostante tutto. Ti rafforza e ti fa crescere. Per la pace questo e altro…
Qui il pezzo su Leggo…
“Gabriele guarda che non vale quest’anno rifare ancora il fioretto della cioccolata. Già te lo ha detto il dottore che in questo periodo non puoi mangiarla. Non vale così!”.
Maddalena ogni anno s’impegna a rifare bene il suo letto. Perché il letto già se lo rifà, ma vorrei farvi vedere come le viene fuori. Therese, invece, prova sempre a prendere l’impegno di non dire che le fa schifo tutto. Ma non le riesce mai. Giovanni – un grande classico per la sua età – se la cava con la promessa di ridurre l’utilizzo della Playstation e ci riesce sempre. Lui è costante (su queste cose). Mia moglie promette di non arrabbiarsi. E manco vi dico come va a finire. Io di mangiare di meno. Sappiamo che “i fioretti” non cambiano la storia, ma sappiamo anche che possono cambiare la nostra di storia. Ci migliorano, ricordandoci l’importanza di un cambiamento, delle cose che valgono davvero. Che il tempo non è tutto uguale. Un fioretto fa bene a tutti. È imparare a conservare lo stupore dell’infanzia di fronte alla vita. Come quando nonna da piccoli prima di darci il regalo che nascondeva dietro la schiena ci chiedeva di chiudere gli occhi.
L’educazione anche al sacrificio, non fissa lo sguardo su ciò che ci toglie ma su ciò che ci attende e ci insegna a fidarci!
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